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Mangiare all’estero non può essere relegato come un aspetto secondario prima di una partenza. Mai.
Era il 2012. Stavo per partire per Parigi per un tirocinio di quattro mesi. L’idea di passare una minuscola parte della mia vita in una delle città che ho idealizzato di più al mondo mi faceva impazzire. Non potevo credere che stesse capitando proprio a me e, in quella particolare fase della mia esistenza, non sapevo ancora che quella sarebbe stata solo la prima meta della mia vita all’estero.
Quando hai 25 anni e ti stai preparando per un’avventura del genere dovresti pensare alle bellezze da scoprire, a quanti nuovi amici ci saranno laggiù ad aspettarti. Alla lingua straniera che dovrai imparare, al massimo come sarà la gente del posto.
Ma da classica Italiana, il mio chiodo fisso era uno ed uno solo: il cibo.
- Come sopravviverò lontano dall’Italia?
- Cosa mangerò?
- Cosa troverò nei supermercati?
- Che tipo di usanze dovrò aspettarmi?
- Cucineranno la lasagna come la mia mamma?
Come se non fosse già abbastanza così, ci si mise anche mia madre a rincarare la dose con domande simili. Per lei sarei sempre stata troppo “sciupata” a prescindere. Anche con cinque chili di troppo.
Dopo l’iniziale comprensibile scetticismo ho imparato allora ad amare una miriade di cucine diverse. Per fortuna.
* Parigi mon amour
Ogni ristorante, boulangerie, café o bugigattolo in cui ho mangiato a Parigi mi ha lasciato soddisfatta. Le specialità francesi sono semplicemente meravigliose e i supermercati super organizzati, tanto che era impossibile sentire la mancanza di casa. A Parigi anche le pietre probabilmente hanno un buon sapore, ma non so dire con esattezza. Mai provato.
* Irlanda del Nord, sono confusa
Il paesaggio in Irlanda del Nord è così perfettamente bello e le persone così incredibilmente amichevoli, che è stato impossibile sentirsi a disagio. Solo non riuscivo a capire come la gente a Belfast potesse cenare alle 17:00 del pomeriggio, dopo uno spuntino insignificante chiamato pranzo e una colazione assunta alle 7 di mattina. Andando a letto come minimo alle 11 di sera, era semplicemente impossibile per me non fare una seconda cena. Come si può chiedere al proprio stomaco di resistere a una simile tortura? Inconcepibile. Per questo motivo, avevo sempre un piano B nascosto nell’armadio. Di solito aveva la forma di biscotti, merendine o grissini, e 10 chili conquistati in soli 5 mesi. Ben fatto Nadia!
* Londra, sono stranita
Londra è talmente internazionale che è impossibile non trovare una cucina consona ai propri gusti. Qui si possono trovare la migliore pizza del mondo, il ristorante cinese più buono, cibo indiano di altissima qualità. Qualsiasi cosa desideri, a Londra, diventa realtà. Una delle specialità locali, il Fish and Chips, non era propriamente il mio piatto preferito: in ogni caso, la sera dopo il lavoro, ho sempre preferito cucinare da me, nella calma della mia cucina, ascoltando della buona musica. Ogni volta che sono andata a fare la spesa a Londra, non ho potuto fare a meno di notare che i supermercati inglesi pullulano di dolciumi, cibo industriale di ogni sorta. E, ultimo ma non in ordine di importanza, c’è un’incredibile scelta di medicinali. Questo è un aspetto che mi ha impressionato abbastanza: si possono comprare contemporaneamente una lattuga e dell’aspirina, come se niente fosse.
* Berlino, la grande sorpresa
Non l’avrei mai detto, ma la cucina tedesca è davvero buona. Le persone pensano alla Germania come al paradiso delle salsicce, ma c’è molto di più da scoprire. Il piatto tradizionale berlinese? Stavate per dire Currywurst? Sbagliato. Il piatto tipico qui è sicuramente il Kebab, vedere per credere.