Siamo abituati fin da bambini a studiare l’inglese a scuola. Se siamo fortunati, nel nostro percorso avremo avuto l’occasione di approfondirlo con corsi extrascolastici e viaggi e, se siamo ancora più fortunati, avremo studiato anche una seconda e terza lingua. Eppure, al momento di partire per un’esperienza all’estero, tutte le nostre sicurezze sembrano venir meno, specialmente se la nostra meta è una città i cui abitanti sono reticenti a parlare l’inglese. Se in Olanda o in Germania l’uso dell’inglese è corrente e scontato, non si può dire lo stesso per la Francia e la Spagna. A Parigi molti evitano rispondere se qualcuno gli si rivolge in inglese (non sono famosi per la loro simpatia, i parigini!), per cui bisogna adattarsi molto velocemente.
Trovarsi in mezzo a sconosciuti che parlano senza voi capiate una parola spaventa parecchio, e soprattutto isola. Ma è possibile partire senza conoscere la lingua straniera del Paese che ci ospiterà? Certo che sì. Sono partita per Parigi senza aver mai studiato il francese, senza alcuna preparazione, con tutti che dicevano ” Vedrai che lo imparerai subito” e io lì a chiedermi dopo un mese: “Sarò la sola studentessa al mondo incapace di apprendere le lingue? Quando migliorerò?” Eppure, un anno dopo eccomi a sostenere colloqui, a scrivere articoli, a chiacchierare al telefono con gli amici… tutto in francese. Come è successo?
Babbel e le app
Non è una sciocchezza: esercitarsi anche solo dal proprio smartphone aiuta ad accrescere il proprio lessico. Si possono imparare un sacco di espressioni gergali e di vocaboli tramite esercizi e giochi stimolanti. A me che del francese conoscevo solo la parola “Bonjour”, è servito moltissimo anche per rafforzare (o meglio, imparare da zero) la grammatica. Nei momenti morti, telefono alla mano, allenavo il mio cervello a masticare il francese.
I film e il cinema
Ho sempre visto telefilm in lingua originale sottotitolati. Insomma, in inglese. Quando ho iniziato a farlo col francese ho avuto l’impressione che non sarebbe servito: guardavo ore di film comprendendone solo metà, amareggiata. Potrà essere frustrante, ma è proprio lo sforzo a tentare di capire che ci sprona a migliorare. Meglio iniziare con film semplici ma appassionanti! Poi ho scoperto la gioia di andare al cinema, anche da sola, a vedere film in francese. Quando realizzerete di non aver perso neanche un passaggio della trama, uscirete dalla sala con un’aria spavalda e una soddisfazione difficile da nascondere…
I corsi
Non è necessario iscriversi a corsi di lingua, magari costosi, per impratichirsi col francese. Anche solo l’ascolto quotidiano è importante. Siete in Erasmus? Seguite più corsi possibili di ogni materia. Non importa se sono nel vostro piano di studi o se danno crediti. Partecipate alle lezioni anche solo per tentare di capire di cosa si sta parlando. Ammetto che dal mio primo corso di filosofia in francese sono uscita con le lacrime agli occhi, eppure alla fine ho sostenuto un esame scritto con il massimo dei voti.
Le chiacchierate
Avete studiato, conoscete la pronuncia, avete un buon vocabolario: eppure quando dovete parlare in francese vi bloccate. Il segreto è dialogare, parlare, discutere, anche se vi imbarazza chiedere di continuo: “Quoi?” oppure ripetere la frase magica (da imparare il primo giorno) “Je n’ai pas compris“. Senza dubbio incontrerete persone gentili che si sforzeranno di non parlare troppo velocemente e che vi sproneranno a esprimervi con le dovute pause per pensare.
Il pensiero
Non accade che dall’oggi al domani ci si svegli pensando in un’altra lingua. Eppure, un piccolo sforzo quotidiano può aiutarci. Parlare e scrivere aiuta sicuramente, ma provate a pensare in francese. Dei veri e propri esercizi di traduzione mentale vi renderanno anche più intraprendenti al momento di sostenere una conversazione.