Com’è Dublino? Una vera città europea nell’isola verde: multietnica, colorata, moderna. La patria della Guinness, della letteratura Joyceiana e delle porte colorate nei palazzi vittoriani.
Ma se quello che ti risuona nella mente quando pensi all’irlanda è un pub poco illuminato e gremito di persone il giovedì sera, o le brughiere che ricoprono i paesaggi aspri delle zone costiere, devi andare più in là, verso Ovest. In particolare dovrai chiedere, all’aeroporto di Dublino come arrivare a Galway, in irlandese Gaillimh.
Considerata dai suoi abitanti e dagli irlandesi più onesti la vera perla dell’isola, Galway è un centro di meno di centomila persone all’estremo occidente dell’Irlanda.
Non avere fretta, ci si arriva solo da Dublino. L’impazienza è un’attitutine da abbandonare, quando si entra a Galway. Qui ci gli abitandi si spostano a piedi o in bicicletta. E i guidatori che hanno il coraggio di raggiungere il centro in macchina nelle ore di punta se ne pentiranno.
A Dublino trovare un alloggio o una sistemazione temporanea sembra davvero un’impresa ardua, mentre a Galway si respira l’aria di un paese formato grande ma con il vantaggio di una città multiculturale e attiva!
Invece Galway, quei pub e il Gaelico…
Una città lenta, lontana dai ritmi frenetici della capitale. Gli unici che vedrai correre sono i baristi che, verso le cinque e mezzo, iniziano a raccogliere i bicchieri vuoti dai tavoli di legno consumati. Se il simbolo di Dublino è il Trinity College o il River Liffey, a Galway il vero monumento locale è il pub, che si trovi a ovest o a est del Corrib, il fiume tanto amato dalla gente del posto.
La prima volta che ho varcato la soglia del Tigh Neachtains, uno dei più antichi e famosi pub della città, è stato come tornare indietro di un secolo. Le luci erano quasi inesistenti, i tavoli impregnati di Guinnes occupavano ogni centimetro del locale. Mentre un gruppo stava suonando violini e fisarmoniche, e uomini dai lunghi baffi bianchi ridevano chiassosamente raccontando incomprensibili storie. Parlavano in Gaelico, la vera madrelingua. Se ora non è più da considerarsi la prima lingua che i bambini imparano naturalmente, fino a pochi decenni fa intere zone della contea di Galway non riuscivano ad esprimersi chiaramente in inglese.
La costa occidentale è quella che più ha conservato la propria identità precedente all’occupazione britannica, e per questo è normale trovare negli uffici, nei cartelli stradali, nelle scuole, la scritta in irlandese prima di quella inglese. Gli abitanti di Galway non solo sono vivaci raccontatori di storie, ma sono anche molto orgogliosi dei loro tesori più grandi.
Quelli come la pesca delle ostriche, l’anello Claddagh e la birra Hooker. Di questi tre simboli sono cosparse le vetrine dei negozi, dei ristoranti e dei pub.
Galway non ti darà la frenesia di Dublino, né il fasto di una metropoli. Si tratta di un posto tranquillo, preferito da pochi. Per essere accolti, basta seguire le più semplici regole di gentilezza. Considera una condizione necessaria per una conversazione e per una serata al pub: chiedere sempre how are you? quando saluti i locali.
Consiglio: poggia sempre il sottobicchiere della pinta se ti allontani dal tavolo. 🙂