Vivete in Irlanda e siete dei viaggiatori nati? Di sicuro vi sta succedendo la stessa cosa: sentite l’ossessione di voler esplorare ogni angolo dell’isola. A me è successo così, e qualche giorno fa ho deciso di visitare Cork, una città famosa in Irlanda, non solo perché è la seconda del paese per popolazione, ma anche perché un tempo è stata capitale, e anche un pò perché i suoi abitanti hanno conservato quel senso di orgogliosa indipendenza che nel resto della nazione si è affievolito negli ultimi decenni.
Città operaia, Cork è il simbolo della ribellione del popolo irlandese contro gli invasori inglesi, e sede importante della brigata dell’IRA agli inizi del secolo scorso. con queste informazioni in mente dovrete attraversare le strade del centro in cui non sarà raro incontrare murales o scritte inneggianti al vero cuore irlandese della gente di Cork (tra cui “Cork first, Ireland second!”).
Come raggiungere Cork da Galway
Prendendo il pullman da Galway ho impiegato circa tre ore di autostrada, e sono stata fortunata, perchè fino a poco tempo fa impiegava ben di più, fermandosi in vari paesi prima di arrivare a destinazione, e qualche minuto di camminata. Avendo prenotato il viaggio in anticipo, sono riuscita a trovare un ostello a poco prezzo e i biglietti del pullman CityLink sul sito della compagnia – potete acquistarli online per risparmiare!
Una volta giunta nella strada principale parallela alla famosa Oliver Plunkett Street con l’omonimo pub – cuore della vita notturna corkese – sono stata colpita dalle stradine che vi si affacciano, deliziosi scorci di irlandesità. In particolare, il pub che vi rimarrà impresso se state uscendo dall’English Market (nel quale potrete assaggiare e comprare deliziosi prodotti freschi, irlandesi e non) è il Mutton Lane Inn, che si misura in centimetri e non in metri, ma con la sua atmosfera calda ed accogliente – e, importante, la luce delle candele infilate nelle bottiglie- saprà farvi conoscere il vero spirito di Cork. Ad arricchire l’atmosfera calda e amichevole c’è la parte esterna del locale, le cui pareti sono coperte di murales che rappresentano la storia della città di Corcaigh (se esordite pronunciando questa parola in gaelico fate sicuramente una bella figura).
Cosa dicono gli altri irlandesi di Cork…
Quello che dicono qui a Galway della gente della cosiddetta People’s Republic: sono tutti incredibilmente socievoli, molto orgogliosi della loro città, ma soprattutto il loro inglese è incomprensibile. Ora, una frase simile, pronunciata da persone che non parlano esattamente una lingua facile da comprendere, ha ovviamente suscitato in me una grande preoccupazione. Ma alla fine, una volta che noi poveri non-madrelingua ci abituiamo a capire gli irlandesi, li capiamo tutti, non importa da dove vengono.
Certo, la città ha tutto un altro aspetto rispetto al piccolo gioiello del Connacht, e questa è una cosa che noterete subito, appena scesi dal pullman, quando la vista sarà molto più simile a quella di Dublino. Cork è divisa dal grande fiume Lee – che si riversa nel lago Mahon, e poi nel Mare Celtico – ed è una città industriale, fatta di edifici dai mattoni rossi che sembrano una perfetta ambientazione per una storia di Charles Dickens.
Una città, due cattedrali
Essendo costruita sui fiumi, l’umidità è costantemente alta, e il freddo, anche in una stagione non invernale, è pungente. Ma se si vogliono osservare le grandi strade, gli edifici ottocenteschi, le chiese, i grandi parchi verdi, il punto migliore è il quartiere antico di Shandon, al quale si arriva con qualche bella salita verso la collina che sovrasta la città. Mettete in conto un labirinto di scalini, e se siete fortunati, all’ingresso della strettissima Widderling’s Lane vi ritroverete davanti a una coloratissima scalinata che contrasta splendidamente col grigiore del cielo. A quel punto sembrerà di trovarsi in un paese, le case sono basse e vecchie, e tutte le stradine portano alla torre.
In nome della libertà della gente del posto, la città vanta due cattedrali, una anglicana e una cattolica. Quest’ultima si trova proprio in cima alla collina nel vecchio quartiere; da visitare, ma tenendo in mente che non ci troviamo in una città italiana e qui la semplicità è la parola d’ordine per i luoghi di culto. Dopo la chiesa, prendete coraggio e salite su per la torre delle campane, le potrete suonare indossando delle cuffie protettive (quasi tutti scelgono “Fra Martino”), e una volta arrivati in cima, Cork sembrerà ai vostri piedi.