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La base per vivere in Germania è abbastanza semplice: bisogna imparare il tedesco. Sembra banale ma è la verità. È possibile sopravvivere qui senza parlarlo, ma non tutti sono contenti di comunicare in inglese, e da un lato, posso anche capirlo: qui si parla un’altra lingua, il tedesco, appunto.
Il primo approccio deve essere forte, risoluto, incisivo. Quello che consiglio sempre, è di cominciare con un bel corso intensivo, in caso contrario, può risultare molto complesso vivere qui (davvero). All’inizio è stato molto difficile anche per me, dopo tre anni di tedesco fatti al liceo. Beh, ovviamente, anni dopo “l’epoca d’oro” è normale dimenticarsi tutto. Ma grazie alla base che già avevo, sono sopravvissuta, facendo comunque degli enormi sforzi. È solo grazie al corso di tedesco che ho seguito a Berlino, che ho cominciato a sentirmi come parte attiva della comunità.
Ciò che ho fatto una volta arrivata qui, è stato di rinfrescare le mie memorie con i miei vecchi libri di scuola. Anche lavorare come au pair è stato d’aiuto, ma non abbastanza purtroppo, visto che la lingua parlata in casa era l’inglese. Ho passato tutte le mattine e fare esercizi, leggere favole, guardare video su Youtube e così via. In due mesi, più o meno, ho ultimato il ripasso della grammatica base, il livello A.1: articoli, aggettivi, verbi e la costruzione della frase non erano più un problema. C’era solo un piccolo dettaglio: non stavo esercitando la parte di conversazione. A volte ho provato a fare di discorsi in tedesco con il padre della mia famiglia ospite, lui è un madrelingua, chi avrebbe potuto essere un migliore insegnante per me?
Se solo avessi potuto capire una sola parola dei suoi monologhi… sarebbe stato bello. Ma ogni volta che mi rivolgeva la parola, io sudavo freddo: per me, in quei momenti, avrebbe potuto parlare giapponese, russo, arabo. Comunque non avrei notato la differenza, e quella sensazione era piuttosto frustrante.
La mia vita a Berlino ha cominciato a migliorare una volta cominciata la scuola. L’esperienza come au pair era finita, e potevo finalmente gestire il mio tempo in maniera autonoma: ho scelto una scuola privata, nonostante in Germania ci sia la possibilità di frequentare corsi di lingua nella scuola pubblica, la Volkshochschule. Sicuramente è più economica, ma è difficilissimo trovare posto (chissà perché). Dopo un primo tentativo, ho realizzato che era meglio non sprecare un giorno di più, (il primo posto disponibile sarebbe stato dopo due mesi) così ho optato per l’alternativa B, e oggi posso dire di aver fatto un’ottima scelta.
Le lezioni erano tutti i pomeriggi dalle 14:00 alle 17:00, con una breve pausa nel mezzo. I primi giorni non sono stati facili (ho cominciato direttamente dall’A.2 viste le mie conoscenze pregresse), ma dopo pochi appuntamenti, il mio livello di comprensione era decisamente migliorato, e così anche la mia capacità di rispondere alle domande.
Un giorno, mentre tornavo a casa dopo una lezione, ho aiutato una donna che aveva bisogno di informazioni sulla stazione successiva della U-bahn: niente di speciale, ok. Ma per me è stato così emozionante! Ho risposto senza neppure pensare, e subito dopo ho cominciato a sorridere da sola come un’idiota per questo grande avvenimento.
Il tedesco non è sicuramente facilissimo, ancora peggio per noi “latini”. Occorre munirsi di pazienza e concentrazione, ma una volta riuscito a padroneggiarlo, può regalare grandi soddisfazioni. Il mio personale consiglio è: non lasciare prevalere la paura. La lingua è il passo più importante da compiere quando ci si trasferisce in un nuovo paese: l’indifferenza è nemica della giusta integrazione. Impara il tedesco, e scriverai tu stesso il tuo lieto fine.