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Quando si parte all’estero per lavoro, la prima impressione che si ha non è mai la migliore. Non importa quale sia il paese in cui vi siete appena trasferiti (o in cui volete trasferirvi): ci saranno sempre delle sfide da superare, e non si può semplicemente ignorarle. A volte le amerai, a volte le odierai con tutta la tua anima e le tue energie, capiterà di disperarti, ma anche di guardarti allo specchio con orgoglio. La felicità non ha un segreto universalmente riconosciuto, l’unica cosa da fare in questi casi, è solo avere un’enorme, vastissima pazienza.
La mia esperienza di lavoro all’estero non è ancora così grande, ma negli ultimi quattro anni, passati tra la Gran Bretagna e la Germania, ho imparato un sacco di cose, e voglio condividerle con voi.
Quali sono le differenze principali che ho notato in questi due paesi?
1) Burocrazia: i due sistemi hanno parecchi tratti in comune. Innanzitutto bisogna essere registrati all’anagrafe nazionale (Bürgeramt in Germania), altrimenti nessuno vi potrà assumere legalmente. I primi passi non sono semplici in entrambi i paesi: in questo senso, Londra e Berlino non sono poi così diverse. In ogni caso, ci sono un paio di dettagli non trascurabili quando si comincia a lavorare: avere un conto in banca (inglese o tedesco) e un contratto di affitto.
In realtà, per ottenere gli ultimi due, avere un lavoro è fondamentale. Insomma, è un cane che si morde la coda.
Vi starete sicuramente chiedendo: come posso trovare una casa senza un lavoro? Come posso aprire un conto in banca senza stipendio? Come posso trovare un lavoro se non ho un posto in cui dormire? Niente panico. C’è sempre una soluzione a tutto. Accetta la prima offerta di lavoro che ricevi, per lo meno avrai un’entrata mensile, anche minima.
Chiedi al tuo datore di lavoro di prepararti un foglio in cui si attesta che stai per cominciare a lavorare per la sua azienda e perciò necessiti di un conto in banca, vedrai che questo documento sarà utilissimo. Infine, se hai dei contatti, anche non diretti, scrivi a tutti, nessuno escluso. Ogni suggerimento sarà prezioso, e magari può saltare fuori anche un divano o un letto temporaneo.
2) Atmosfera: Berlino e Londra sono il giorno e la notte, agli antipodi del pianeta Terra. Londra per me è quella elegante, Berlino quella comoda, nessuno vi giudicherà mai per un taglio di capelli strano o per le scarpe che indossate. Ho sempre associato Londra a una società più concentrata sull’apparenza, l’immagine, il look impeccabile; a Berlino sono libera di non truccarmi per andare a lavoro e di uscire in pigiama. E sono felice!
3) La ricerca di lavoro: devo ammettere che entrambe le città hanno molto da offrire. Nel giro di pochi giorni ho sempre trovato qualcosa da fare: la commessa in un negozio di Oxford street durante i saldi invernali, l’operation manager per una start up nel cuore di Prenzlauerberg, la runner in un pub inglese e la cameriera in un ristorante a Mitte. L’importante è non arrendersi mai (ricorda: pazienza). L’unica pecca di Berlino è che, dopo un primo periodo arrangiato tra inglese e italiano, prima o poi, “man muss Deutsch lernen” – bisogna imparare il tedesco!
4) La lingua: il vantaggio di Londra è sicuramente la lingua (almeno, per me è stato più facile). A Berlino, bè, mi è capitato spesso di scoppiare in lacrime per questa carenza. Mi sentivo inadeguata, anche al supermercato. Una volta superata la prima barriera comunque, la vita sarà molto più semplice.
5) Tempo libero: non c’è solo il lavoro, e noterete una enorme differenza tra Londra e Berlino, soprattutto se avrete uno stipendio “normale”. Berlino sta cambiando velocemente, è vero, ma resta pur sempre molto più vivibile di molte altre capitali europee.
È abbastanza chiaro che Berlino sia la mia preferita (non sarei qui altrimenti), ma anche Londra è una buona meta per fare un’esperienza di lavoro all’estero. In ogni caso non sarà mai semplicissimo, lavorare lontano da casa mette sempre a dura prova: Parigi, Hong Kong, Toronto, non importa. Ogni paese è unico, con le sue regole e una propria qualità della vita.
In caso di emergenza, ricorda di stampare una montagna di curricula, bussa a tutte le porte finché qualcuno non ti prenderà in considerazione, ma soprattutto, non avere mai paura di chiedere aiuto o anche solo un consiglio: qualcuno ti dirà di fare una ricerca su Google (fatto realmente accaduto, lo giuro!), ma d’altra parte ci sono tante persone felici di poter aiutare il prossimo. È una fortuna avere un supporto in una nuova città, e la persona che vi troverete di fronte, lo sa molto bene.