Sono passati 8 mesi, 2 settimane e 57 minuti da quando ti ho lasciato. Non è stato facile, mai ovvio. Abbiamo trascorso insieme vent’anni e solo oggi realizzo l’armonia del nostro rapporto perfetto: non uno screzio, non un litigio o una mancanza da parte tua.
Al contrario tra noi ero io la più egoista, e in questo momento è evidente, se consideriamo la scelta di abbandonare l’Italia per dare voce solo ai miei sogni rinunciando definitivamente a te. La distanza che ci separa accresce ogni giorno la tua assenza.
Come ha scritto Nicholas Sparks, infatti: qui lascio scritte le parole che non ti ho detto.
Forse sono un Leopardi senza via di ritorno. Forse sono diventata patetica. Romantica e patetica. Ma cosa importa? Non potro’ mai riavere indietro i nostri giorni di felicità. Mai.
Ma almeno spero almeno di poter placare questa malinconia esasperata che non mi lascia dormire. Qualcuno ha detto: Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Vero, a volte. Ma non in queso caso. Tu sei vivo dentro di me.
Adesso che non ci sei però comprendo il tuo incommensurabile valore… E posso solo ricordarti, da lontano, così:
- Innanzitutto mi hai insegnato il valore della presenza incondizionata, sincera.
- Mi ha accompagnata passo passo al mio futuro di donna, con i miei obiettivi e le mie paure, seguendo tutte le tappe del mio percorso, dalla nascita all’adolescenza.
- Il tuo supporto è cresciuto lentamente, facendosi importante ogni giorno di più.
- Poi ho cominciato ad essere esigente, chiedendoti (anche) di lavare il mio criceto. Tu mi hai sempre assecondata, anche se dopo settimane.
- O semplicemente restavi a guardarmi, rassicurandomi che non mi avresti mai lasciata. Per nessun motivo al mondo.
- A volte ti dimenavi, cercando una via di uscita nei meandri oscuri dannunziani che rievocano “andavam di fratta in fratta” e il dantesco fuggire da una “selva oscura”.
- Sei stato un amico, un compagno e un amante fedele. Non hai mai riso dei miei momenti… bui. E anche se sei allergico ai gatti, riuscivi sempre ad aiutarmi lavando il mio.
- Ti facevi usare senza remore per gli scopi più noiosi o logoranti quando avevo l’influenza ed ero impresentabile: assicurandoti il mio benessere, mi aiutavi raccogliendo le mie provocazioni quando facevi da contenitore di creme, cremine, henné o tinture varie.
- Ricordo ancora come coccolavi con le tue lavande invernali i miei piedi gonfi dopo una giornata intensa all’Università.
Come posso dimenticarti? La vita cambia le carte sul tavolo da gioco, il destino separa.
Perché allora non riesco a rinunciare a te definitivamente? Cosa ci lega ancora, nonostante questi 2.000km che ci dividono, tra mare e terra?
A questo punto allora posso solo riperterlo. Sei insostituibile. E ora ho la certezza, la conferma che non si può vivere senza di te. Ho capito bene e con rimorso che alcune cose, come il bidet, non possono essere disprezzate.
Disperatamente,
Un’italiana all’estero