Quando mi sono trasferita a Dublino non avrei mai pensato di intraprendere una relazione con qualcuno che non potesse capirmi nel più profondo. Il mio inglese era veramente basilare, così ho deciso dall’inizio di evitare amici italiani e buttarmi in conversazioni con gente proveniente da: Francia, Brasile, Spagna, Libia, Germania, Irlanda (appunto). Una delle scorciatoie per imparare bene l’inglese è infatti uscire con persone madrelingua o che stanno imparando l’inglese come te.
Poi mi sono ritrovata addirittura ad affrontare una relazione con qualcuno che non parlava la mia stessa lingua, non sapendo bene come sarei riuscita a gestire la situazione, ero spiazzata. Sicuramente le difficoltà sono molte, soprattutto quando vorresti esprimere un concetto che rende meglio se detto nella tua lingua. Dal mio punto di vista ho sfruttato la situazione a mio favore. Sono una persona abbastanza testarda e quindi non mi sono arresa. Questo lato caratteriale aiuta molto, davvero. Insistere, persistere, non abbattersi è l’unica soluzione se la strada sembra colma di ostacoli.
1. Com’è cominciata
Quando ho iniziato ad uscire con il mio attuale ragazzo, ho subito notato una cosa: frequentare persona che parla fluentemente, ma che non è native english speaker proprio come te, facilita le cose.
Perché le paure di entrambi sono le stesse: mi capirà quando parlo?
Lui vive qui da tre anni, io soltanto da uno, la sua lingua nativa è l’arabo, ma esercitare l’inglese all’Università fa la differenza nella pratica. Quindi mi sono sempre sentita compresa e lui mi ha sempre aiutata nella correzione della grammatica o nella ricerca della parola perfetta alla situazione. A distanza di mesi, posso dunque fare un piccolo resoconto dei miti che ho sfatato frequentando una persona che non parla la tua stessa lingua.
Non riscontro differenze sulla conoscenza approfondita della persona!
I momenti più difficili però ci sono eccome e ovviamente, come in ogni coppia, sono generati dalla tensione. Litigare non è mai bello, anche se stai parlando la tua lingua. Immagina se sei appena arrivata in un paese sconosciuto e devi farlo in inglese!
2. Attenzione al significato
Uno dei principali motivi di astio, che alimenta spesso la discussione, è sicuramente l’utilizzo improprio di alcune parole o la loro presenza in un contesto sbagliato. Il significato risulta allora esagerato a causa di una traduzione imprecisa.
Un esempio: Rude, che significa scortese, ineducato, in inglese ha un’accezione abbastanza offensiva. Non conoscevo questo aspetto, per cui spesso la utilizzavo impropriamente come espressione per apostrofare l’interlocutore. Sbagliato!
Per un consiglio utile in generale nella comunicazione: bisogna sempre pesare le parole, che tu sia madrelingua o no, oppure si creeranno tensioni che potevano risolversi in altri modi. E che incrementano la rabbia nei momenti di litigio.
3. Il cattivo supportodegli insulti (da evitare!)
Non avere un ampio vocabolario della lingua, spesso porta ad arrendersi facilmente quando si discute e ad utilizzare parole scortesi, i classici insulti. Questi sono più facili da pronunciare, alla portata di tutti, e producono enfasi nella frase. Anche troppa. È importante attribuire l’esatta importanza alle parole, non abusarne. Al contrario potresti pentirti troppo tardi.
4. Il silenzio degli innocenti
Dipende molto dal carattere di entrambi, ma il silenzio a volte può essere amico, a volte nemico. In alcuni momenti tacere aiuta a gestire situazioni che sono totalmente gestibili con un po’ di calma. A volte, però, il silenzio fa credere all’altro che non siamo interessati a risolvere il problema o addirittura che non ci importa dell’altra persona.
Bisogna parlarne sempre, cercando una soluzione.
Anche se è difficile ragionare a mente lucida nei momenti di tensione, è importante parlarne sempre, cercare di capire cosa ha causato il piccolo uragano e qual è il punto di vista di chi ci sta di fronte. Una volta risolto, però, non bisogna tornare sulla discussione o si creerà di nuovo tensione (cosa che io faccio sempre).
5. Dèjà vu – Di nuovo?
Cerca di imparare dagli errori. Se una parola o azione ha scatenato la tempesta, allora bisogna provare a fare attenzione e non ripeterla più. Bisogna capire che potrebbe ferire l’altro. Spesso ti senti ferito e quindi cercherai di rispondere utilizzando la stessa arma, come soluzione più facile da adottare. Ma una relazione non è una lotta, è un cammino! Non si costruisce sui silenzi, ma nemmeno sulle cicatrici.
6. La lingua come barriera: non è vero
Molto spesso può causare astio, sì, ma in realtà non è quello il vero problema. Credo che la lingua sia un problema solo quando due persone lo vivono come tale. Se si va oltre i primi appuntamenti, il periodo di conoscenza ed imbarazzo generale, allora ci si sblocca e non si sente più la differenza di comunicazione.
Giorno dopo giorno si impara a conoscere l’altra parte, le parole giuste da utilizzare, come gestire le situazioni e soprattutto si impara che in alcuni bisogna tacere. Posso affermare, dopo un anno di esperienza, che il problema di comunicazione può esserci anche tra persone che parlano la stessa lingua e che molto spesso, se una relazione finisce, il problema non è di certo causato dall’incomprensione linguistica.