Vi state preparando a partire per un progetto Erasmus, ma il vostro entusiasmo non è condiviso dalle persone che vi stanno attorno? In questo articolo parleremo di alcuni motivi validi per andare in Erasmus, che convinceranno anche i più scettici che questa scelta sia la cosa giusta per voi, sia che vogliate andare in Erasmus in Irlanda, Inghilterra, Spagna o altri paesi europei!
Cosa fare quando le persone che ti stanno intorno non comprendono questa scelta?
Quando successe a me, ricordo di aver pensato: “Incredibile! Perché non sono emozionati tanto quanto lo sono io?”. Eppure, nonostante avessi la netta sensazione che questa opportunità avrebbe influenzato in meglio il corso della mia vita, non ero in grado di difendere la scelta di partire dai suoi tanti oppositori. Fidanzati inquieti, genitori apprensivi, nonni, il cui unico esempio di mobilità giovanile fu la guerra, e dinosauri vari ed eventuali avevano dalla loro delle ottime cartucce da sparare. Nella peggiore e più complottista delle ipotesi, l’ Erasmus rappresentava un articolato progetto di sradicamento e precarizzazione dei giovani. Nella migliore, veniva semplicemente liquidato come una perdita di tempo, un anno sabbatico per nullafacenti e amanti della movida.
Perché andare in Erasmus?
E forse l’ Erasmus è anche quello. Ma è soprattutto molte altre cose, tra le quali un bellissimo percorso di crescita personale ed arricchimento culturale. E se questa spiegazione sentimentale non dovesse bastare, ecco alcuni fatti che dovrebbero far capitolare anche i più incalliti Erasmus-scettici.
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Le origini del progetto Erasmus
Il progetto Erasmus nasce nel 1987, in un’ Europa che vuole essere in netta controtendenza rispetto alla storia di inizio secolo scorso, che la vide protagonista di ben due conflitti mondiali. Questa Europa crede nella possibilità di unire in un organismo sovranazionale più forte i singoli stati da cui è formata e lavora per raggiungere questo scopo. Per rendere possibile tutto ciò, si impone degli obiettivi ambiziosi: sviluppo, occupazione, equità sociale, inclusione sono alcuni dei traguardi che la nascente federazione vorrebbe raggiungere. I giovani sono il suo principale target, perché solo stimolando in loro la nascita di un sentimento europeista si potrà realmente forgiare un senso di appartenenza e di comunità. Insomma, che ci crediate o no, quello che ora viene spesso definito come una vacanza a spese dell’ UE è stato – ed è tuttora – uno strumento di pace e prosperità.
L’ efficacia del progetto Erasmus: statistiche che ne attestano i risultati positivi
I grandi ideali che stanno alla base dell’ Erasmus non placheranno certo la fame di realismo dei suoi antagonisti più cinici, mi direte. Ma le statistiche sembrano confermarne l’ efficacia. Il tasso di disoccupazione fra i giovani che hanno partecipato a questo progetto è inferiore del 23% rispetto al tasso registrato tra i giovani che non vi hanno preso parte. E il 33% dei ragazzi e delle ragazze Erasmus ha ricevuto un’ offerta di lavoro dalla stessa azienda nella quale ha svolto il proprio stage durante il soggiorno all’ estero. Dato che aumenta al 51% per quanto riguarda i giovani italiani. E, se anche questa offerta di lavoro non fosse arrivata, le abilità che si possono acquisire durante questa esperienza sono molte ed altamente spendibili in un mercato del lavoro sempre più affamato di competenze trasversali.
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Competenze trasversali acquisibili in Erasmus
Prima fra tutte la competenza interculturale, alla cui diffusione l’ Erasmus ha contribuito notevolmente. Nel corso degli anni, più di 9 milioni di persone hanno beneficiato del progetto, favorendo quindi l’ incontro fra culture diverse, circostanza in cui la tolleranza e la comprensione possono germogliare facilmente. Tanto facilmente che il 27% degli studenti Erasmus ha incontrato il proprio compagno o la propria compagna di vita durante questa esperienza e il risultato è che ad oggi i bambini nati da queste unioni sono più di un milione.
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Una motivazione, quest’ ultima, da usare con parsimonia, perché, se è vero che potrebbe facilmente intenerire i cuori di nonni e genitori – gli Erasmus-scettici notoriamente più emotivi – potrebbe non essere accolta altrettanto favorevolmente da fidanzati e fidanzate.