Quando sono arrivata in Inghilterra dell‘inglese vero, quello pratico, sapevo ben poco. E con questo intendo dire che ho iniziato a pronunciare delle parole di senso compiuto dopo 3 mesi. Faccio parte infatti di quella categoria di persone che ha studiato l’inglese senza ottenere grandi risultati sui banchi di scuola.
1. Prima: I am sorry, I don’t understand you. Adesso, ho quasi problemi a parlare in italiano!
Non conosco la situazione attuale dei programmi nelle scuole ma sono quasi certa che non sono molto cambiate: le ore di inglese sono ancora quel momento in cui la professoressa predilige l’unica persona che comprende qualcosa della lingua.
Perciò la cosa migliore è lasciar perdere i libri e gli esami universitari e fare uso di alcuni accorgimenti e strumenti gratuiti.
Come dicevo, passare da The pen is on the table a Please, harry up with this stuff because you can’t be so lazy non è semplice o immediato. Insomma, il fatto di aver studiato una lingua non significa riuscire a padroneggiarla nelle circostanze pratiche.
2. Come abituare l’orecchio ad una diversa pronuncia
Credo di essere stata fortunata quando ho ottenuto il mio primo lavoro come cameriera presso una tea room: il team era composto di membri di madrelingua inglese, eccezione fatta per una ragazza francese che parlava decisamente meglio di me.
Un pomeriggio mentre stavamo riordinando la sala, ho chiesto al mio manager: Where is the spray?
Si è innalzata in quell’istante una risata così grande che pensavo di aver fatto una battuta senza accorgermene.
Invece no: ciò che per me era ovvio, una parola che avevo pronunciato spray con la a, in realtà si pronuncia Sprei.
Da lì ho iniziato a prendere l’inglese diversamente. E grazie a quella pronuncia sbagliata ho capito da dove dovevo iniziare: avevo di fronte delle persone madrelingua e dovevo trarne vantaggio.
Allora ho programmato con il mio team una challenge (sfida) al giorno: ogni volta che ne avevamo la possibilità, tra un tè e l’altro i miei colleghi…
Avrebbero scritto su un pezzo di carta una parola e io l’avrei letta a voce alta.
In questo modo avrei incrementato il mio vocabolario. Ed è successo. Dopo aver pronunciato la parola, mi spiegavano il significato e mi chiedevano di inserirla in un contesto, in modo tale da memorizzarla. Potete immaginare la mia soddisfazione! 🙂
Le parole devono essere pronunciate in modo diverso da come il nostro schema mentale le ha classificate, erroneamente, come se stessimo parlando nella prima lingua. Quando mi sono resa conto di questo, mi sembrava quasi di aver scoperto Marte.
Prima di iniziare a parlare, ascoltate e leggete. Un altro supporto al miglioramento della pronuncia è stata per me la messa domenicale. La funzione liturgica infatti si svolge nelle stesse modalità ad ogni appuntamento, e le formule sono ripetitive, come quelle poesie che ci invitavano ad imparare alle elementari per il Natale.
Ascoltando più volte le stesse parole, ho avuto l’occasione di acquisirne il significato e abituare il mio orecchio ai suoni. Inoltre, se siete appassionati della cultura e in modo particolare amate i musei, vi invito ad ascoltare le guide audio.
Inoltre nelle gallerie d’arte come nei musei troverete dei grandi schermi sui quali si proiettano video sottotitolati.
3. E… smettere di pensare in italiano: switch language, if you can!
Quando sono arrivata in hotel per la prima volta, dopo aver imparato a gestire le mie responsabilità, c’era un’altra cosa che mi bloccava davvero.
Le conversazioni.
Ero abituata a prendere gli ordini in un ristorante, non ad intrattenere i clienti attraverso la conversazione. Pertanto, ho dovuto ideare un modo tutto mio per sciogliermi con le persone e parlare senza vergogna. Considerare l’altro come se fosse il vostro migliore amico. Vi aiuterà a mantenere la calma.
Inoltre, non sentitevi stupidi se mentre vi state struccando o lavando i denti iniziate un monologo con voi stessi.
Infine, una delle cose più belle e che può aiutare tantissimo a sciogliervi nel dialogo è il volontariato: cercate la comunicazione con le persone del posto, immergetevi nei contesti più bizzarri e soprattutto dove siete sicuri possiate trovare qualcuno che abbia voglia di parlare. Parlate con chi sa ascoltarvi: le persone anziane.
Ad una certa età è un po’ come tornare bambini e con loro gli argomenti maggiori saranno argomenti basilari, proprio come quelli che potreste avere con un ragazzino.
Ebbene sì, con questi ed altri accorgimenti gestirete così bene la lingua straniera da non poter più farne a meno. Le serie tv che all’inizio guardavate sottotitolate in italiano vi terranno compagnia mentre preparate la cena.
I cd audio comprati in cartolibreria prima di partire – e sui quali avevate puntato tanto – andranno in vendita e con quei soldi guadagnati ordinerete un latte, no sugar and extra hot, please!
E credetemi, l’uso della lingua migliorerà così tanto che, una volta tornati a casa, dovrete spesso ricorrere alla frase:
Mamma, come si dice in italiano?