Prima di finire gli studi universitari ero sicura che, una volta laureata, mi sarei trasferita in un paese “caldo” ma così non è stato. La Spagna era il mio sogno da sempre eppure avevo bisogno di fare una cosa prima di spostarmi in direzione sole, caldo&paella: dovevo migliorare l’inglese.
Pianificai tutto alla perfezione, ogni singolo momento e spostamento ma una volta arrivata in terra a me estranea nulla ha seguito il piano che io avevo ideato: ho investito troppo tempo a decidere mosse, strategie, trovare soluzioni a problemi che ancora non erano sorti e ho dimenticato di godermi le emozioni e le sensazioni che la partenza mi stava procurando.
Non chiedetevi perché state partendo. Partite, senza pensarci!
Avere un piano da seguire non è sempre la cosa migliore, piuttosto dovrebbe essere il piano a seguire voi: prendere una valigia e metterci dentro ciò che non si vuol portare; quando è abbastanza piena di tutte le cose di cui si è stanchi, fatturatela e imbarcatela con voi.
Poi, quando vi sentite pronti, alzatevi, aprite la porta posteriore (solitamente non c’è molta gente seduta dietro) e gettate la valigia in aria: da quel momento in poi sarete liberi e pronti per iniziare la vostra nuova avventura.
I dubbi saranno milioni, le paure non le sto neanche ad elencare ma l’adrenalina che esploderà dentro di voi sarà meglio di quella che un bungee jumping può scuotere in voi. Quindi, smettete di chiedervi perché non dovreste partire e gettatevi: lasciatevi guidare dalla fantasia, dalle possibilità che l’estero potrà darvi e dal fatto che, molto probabilmente, se non avete ancora trovato l’amore della vostra vita, lui è proprio lì che vi aspetta.
Siate coraggiosi, lanciatevi nelle braccia dell’ignoto: si aprirà un varco verso la cultura diversa. Inventatevi un ruolo che non conoscete perché dovrete adattarvi tante volte, innumerevoli. Ogni volta sarà insieme spaventoso, eccitante, ogni volta sarete vivi, sempre di più.vMa perché non sono partito prima?! Personalmente mi convinco sempre che in Italia ero intrappolata in una realtà che non mi apparteneva, che non mi permetteva di esser me stessa al 100%. Adesso sorrido, rido, piango, bacio, mi dispero ma qui mi sento Chiara. Sono libera di esserlo. Senza restrizioni.
Non sempre sarà facile ma… le belle sorprese non lo sono mai!
L’attività che più svolgerete sarà quella di cadere e non una ma tante, tantissime volte. Poi, però, vi rialzerete e non necessariamente perché qualcuno verrà a porgervi la mano, ma semplicemente perché dovete farlo.
Questo sarà parte del “gioco”, forse la parte più complicata, come quando alla fine di una partita a poker si mettono le carte in tavola: la sensazione che si prova percorrendo il vostro tragitto all’estero sarà pari al momento in cui si arriva alla fine della partita e si crede all’illusione di aver vinto perché si ha una scala reale in mano.
Qui di reale c’è ben poco: sicuramente non verrete assunti come lavapiatti al palazzo reale della regina Elisabetta, né tanto meno entrerete a far parte del parlamento Europeo a Bruxelles (o forse sì, perché no!?) ma si vince qualcosa che vale molto più di tutto ciò: la debolezza e la tentazione di comprare un biglietto aereo destinazione “mamma ritorno a casa!”.
Le turbolenze saranno parte del viaggio ma per questo esistono le cinture di sicurezza e le maschere d’ossigeno, per farvi stare fermi, respirare e riprendere il cammino.
Il bello della vita lontani da casa è che ogni giorno si affronta un viaggio diverso, si cambia destinazione e alla fine, potrete arrivare in posti (fisici e non) che non avreste mai immaginato di raggiungere. Io sto percorrendo tantissime strade, ogni volta che non sono soddisfatta mi fermo, faccio qualche complaint a me stessa (in british style!) e non sono contenta fino a quando non ottengo un refund, un risarcimento per aver dato a me stessa il permesso di essere, per un momento, ciò che non sono o non voglio essere. Se dovesse risultarvi troppo difficile adattarvi ad un luogo nuovo, se non riuscite a capire se ciò che state facendo sia la cosa giusta, non c’è molto da fare: uscite di casa e combattete per i vostri sogni.
E poi potete fingere. Fingete come faccio io: di essere una turista che è volata in Inghilterra per un breve periodo: passeggio, porto con me la macchina fotografica e scatto fotografie come se fosse la prima volta che calpesto le strade di Bristol. Mi reco all’info point e chiedo informazioni, facendo finta che il mio inglese sia un po’ broken e loro ci credono, ti sorridono e ti aiutano. Lasciatevi abbracciare dal mondo quando sentite che il mondo in cui vi siete trasferiti vi sta stretto.
Non vedere il futuro, aspettarlo con fiducia
Preoccuparsi del futuro significa crearsi una preoccupazione inutile che, in una realtà come la mia, o come la vostra futura realtà, non è la miglior cosa. Lasciatevi guidare dalle sensazioni, inseguite il profumo dell’avventura e mischiatelo con un pizzico di coraggio: tutto ciò vi condurrà dove sono arrivata io oggi. O forse anche più lontano. Io che l’Inghilterra non l’avrei neanche voluta vedere attraverso un binocolo, adesso ne sento la mancanza ogni volta che torno in Italia.
Qualcuno potrebbe pensare come si può effettivamente vivere a metà tra due paesi. Si può, eccome. Perché la vita all’estero vi darà la possibilità di conoscere voi stessi, di testarvi, di odiarvi, di amarvi e soprattutto di scandagliare alla ricerca di quella forza interiore che non avevate mai pensato di avere dentro. Io non lo so se sarò ancora qui tra qualche mese, probabilmente sì o forse avrò trovato l’amore della mia vita e ci trasferiremo su un’isola deserta. Ma ricordatevi che “non si possono scoprire nuovi oceani fino a quando non si trova il coraggio di perdere di vista la spiaggia” (Cit., Anonimo).