A quali difficoltà andrò incontro? Come sarà organizzato il lavoro? Ci sarà abbastanza tempo libero? Prima di partire per uno stage all’estero balzano alla mente sempre le stesse domande! Denise, Giulia, Roberto, Simona e Teo (in rigoroso ordine alfabetico): questi i nomi dei cinque giovanissimi ragazzi impegnati nel loro internship a Cork che ci hanno concesso un’intervista per raccontare la loro esperienza. Eccone un estratto!
- Quali erano le tue aspettative prima della tua partenza per l’Irlanda? E quali sono le tue impressioni ora, ti ritieni soddisfatto/a?
In ogni risposta è evidente la volontà dei giovani di “staccarsi” dalla realtà italiana. Se Simona voleva “cercare di ricominciare” dopo “un ultimo anno di superiori d’inferno”, Denise provava il desiderio di “evadere dalla solita routine, provare nuove esperienze”.
Ammirevole l’entusiasmo di Roberto, che dichiara “ero aperto a tutto ciò che mi sarebbe stato offerto”, mentre Teo guardava al futuro con una punta di apprensione: “il fatto di vivere in famiglia mi preoccupava un po’”. L’aspettativa di Giulia era precisa e determinata: “imparare al meglio l’inglese in modo che mi potesse esser utile nel mio futuro lavorativo”. E adesso? Simona dichiara di ritenersi soddisfatta per quanto riguarda alcuni aspetti (“il college, la famiglia e il distacco dalle radici”), ma non riesce ancora a praticare la lingua inglese come vorrebbe perché “spesso in mezzo a persone italiane”. Denise appare entusiasta “sono più che soddisfatta, perché sto ricevendo più di ciò che mi sarei potuta immaginare”.
Giulia afferma che la sua volontà di migliorare l’inglese “si sta lentamente realizzando”. Anche Roberto è soddisfatto dell’esperienza, “essendo riuscito a migliorare l’inglese nelle due settimane di corso, tanto da poter lavorare in un ristorante come cameriere”. E l’apprensivo Teo? Dopo le prime esitazioni dichiara “appena ho messo piede a Cork mi sembrava un’altra realtà: la città è splendida e la gente ancora meglio. Assolutamente soddisfatto”. Non c’era motivo di preoccuparsi!
- Com’è strutturata la tua giornata-tipo, di cosa ti occupi nelle ore dedicate allo stage?
Per quasi tutti i nostri ragazzi la sveglia suona intorno alle 8, o poco più tardi. Unica eccezione Roberto, che lavorando in un ristorante può permettersi di iniziare alle 11.30 “preparando i tavoli per il pranzo”. Quando i tavoli sono pronti, è il momento di “stare al bar fino all’ora di cena” per preparare “caffè, bibite eccetera” e “a volte capita anche di prendere delle ordinazioni”. Denise lavora alla Cork School of English fino alle 17.30, prima al computer “controllando i registri delle assenze, la departure-list e la book-list”, poi “aiutando alla reception” e “svolgendo vari compiti, per esempio l’accoglienza di nuovi studenti, la preparazione delle student cards e dei vari certificati”. Mansioni simili anche per Giulia: “accolgo i nuovi studenti in reception, correggo i test d’ingresso, mi occupo di creare pacchetti pubblicitari per la scuola e dopo la pausa-pranzo lavoro in ufficio”.
Teo lavora per un’agenzia immobiliare, “dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 2 alle 5”, dopodiché passa la prima serata “chacchierando con i flat-mates” e il dopo-cena “uscendo o guardando un film tutti insieme”. Simona dice “faccio colazione, mi preparo e fino a sera non mi fermo più, perché a EazyCork c’è sempre qualcosa da fare, dentro o fuori dall’ufficio!”. La sua giornata scorre così “mostrando le nuove case, facendo i check-in e i check-out, comprando ciò che serve agli appartamenti e sistemando i documenti”. Questo primo impatto con il mondo del lavoro, dice, può essere “molto stancante”!
- Pensi che questo periodo all’estero ti sarà utile in futuro dal punto di vista dell’inserimento nel mondo del lavoro?
Il fatto che le risposte a questa domanda siano state tutte affermative (dall’entusiasta “assolutamente sì!” di Teo al “penso proprio di sì, ho avuto un’occasione unica” di Denise, passando per il deciso “sì” di Roberto), dà un’idea dello spirito positivo e carico di speranza dei nostri ragazzi. Per Giulia “sapere l’inglese sarà un buon punto di partenza” per una futura carriera, mentre Simona non vuole “chiudere le porte in faccia alla possibilità di lavorare all’estero, magari anche qui a Cork, o comunque in Irlanda”. Bene così!
- Come trascorri il tuo tempo libero? Ritieni che Cork offra un adeguato ventaglio di locali ed eventi dedicati allo svago e alla socializzazione?
Come prevedibile, giungono risposte generalmente positive anche a questa domanda. Roberto passa il tempo “in centro Cork, dove ci sono molti locali, oppure negli appartamenti da amici” e per lui “la socializzazione non è un problema”! Risposta pressoché identica da Denise che “dopo le faccende domestiche” frequenta “i locali o i parties dei vari studenti” per distrarsi. Giulia passa il proprio free-time in stile irlandese “con gli amici nei vari pub”. Simona ammette di “non avere molto tempo libero”, ma anche che “i pub sono molti e c’è sempre qualcosa da fare in giro per la città”, inoltre “ci sono tante gite ed escursioni possibili e con i mezzi pubblici puoi andare dove vuoi”. Per Teo “le possibilità di svago sono infinite, la cosa più importante è la compagnia con cui le cogli!”.
- L’impatto con la nuova realtà: quali sono state le (grandi o piccole) difficoltà e come sei riuscito/a a superarle?
Per Giulia e Roberto la difficoltà maggiore è stata “capire l’inglese e, a volte, farsi capire”. Da buoni italiani però “con l’aiuto dei gesti” finora sono sempre riusciti ad avere successo. Io stesso al supermarket non riesco ancora a chiedere una busta di plastica senza al tempo stesso mimarla usando le mani. Teo ha avuto bisogno di un po’ di tempo per orientarsi: non è facilissimo “capire come è strutturata la città e ricordare le vie”. Simona con un sorriso ci dice che deve fare i conti con “la stanchezza” a fine giornata, mentre Denise sostiene di non “aver avuto grandi difficoltà per ora”. Beata lei, il sottoscritto deve ancora superare la difficoltà di trovare un buon caffè espresso in Irlanda!
- Che consiglio daresti a un ragazzo o una ragazza che stia pensando ad un’esperienza di questo tipo all’estero?
Teo chiude con una battuta dichiarando “meglio che non legga le mie risposte precedenti per non crearsi aspettative esageratamente alte”!
Il messaggio delle altre quattro risposte è univoco: bisogna cogliere questa occasione. Usando le autorevoli parole dell’autore latino Orazio, “carpe diem”: vivere il presente, cogliere l’attimo!
Denise consiglia di “non farsi castelli mentali, non pensare al futuro” e lasciarsi andare, mentre per Giulia “conviene prendere questa opportunità al volo”. Simona esorta a “farlo assolutamente, senza pensarci troppo perché è un’esperienza da vivere al 100%!”. Roberto, infine, ammette di “essere riuscito a venire qui per merito di quelli che hanno rifiutato”. Ora può sorridere dicendo “non sanno cosa si sono persi”!
Mentre i raggi di un inaspettato sole irlandese baciano le strade bagnate di Cork, ringrazio Denise, Giulia, Roberto, Simona e Teo per la loro disponibilità e simpatia. Da parte mia va a loro l’augurio di godersi al massimo questa esperienza, che possa essere non solo un importante motivo di crescita (in ogni accezione del termine: lavorativa, sociale, umana) ma anche e soprattutto uno splendido ricordo da portare con sé, per sempre.
A tutti gli altri, un convinto “carpe diem”!
Luca Cattaneo