Si sa, l’inserimento nel mondo del lavoro è una fase piuttosto critica nella vita di ogni ragazzo e ragazza. Per dirla alla Dante, se la fine degli studi rappresenta lo smarrimento della retta via, l’universo del lavoro è decisamente una selva oscura nella quale bisogna farsi strada senza avere gli strumenti adeguati. Le competenze richieste a lavoro sono spesso molto diverse da quelle che ci hanno permesso di concludere il percorso di studi. E questa nuova necessità di rimettersi in gioco ed adattarsi spesso ci lascia disorientati.
Tuttavia, i mezzi per attutire il colpo esistono. Il primo e più efficace ammortizzatore è il tirocinio.
Se state valutando l’ipotesi di svolgere un tirocinio all’estero, ecco alcuni dei motivi per cui uno stage è sempre una buona idea.
Tirocinio all’estero: un trampolino di lancio per neofiti
Passatemi il termine, giuro che non è un insulto. Solitamente ognuno di noi dopo i propri studi ha un solido bagaglio di conoscenze, per lo più teoriche. Ma la pratica è tutt’altra cosa, qualsiasi sia l’ambito nel quale ci siamo specializzati.
Il tirocinio ci dà la possibilità di mettere in atto ciò che abbiamo studiato, di vedere come la teoria sfocia nella pratica. Rappresenta poi un ottimo modo per lavorare a contatto con colleghi più esperti, dai quali imparare i trucchi del mestiere.
Ci aiuta ad avere una maggiore consapevolezza di ciò che vogliamo
Spesso il confronto con la realtà ci porta a capire che quella intrapresa non è la strada che vogliamo continuare a percorrere. Magari capiamo che alla camicia e alla ventiquattrore preferiamo la muta e la tavola da surf. Beh…forse l’esempio non rende. Però, ecco, quello che voglio dire è che a volte si ha una percezione errata della carriera che si desidera. E un tirocinio può aiutarci a chiarire le idee e renderci consapevoli di ciò che vogliamo.
Lo stage come momento di esplorazione
Lo stage è anche il momento perfetto per osare, brillare, sperimentare e infilarsi nelle situazioni più disparate. Soprattutto se svolto in un Paese estero. È risaputo infatti che all’estero i titoli e l’esperienza vengono considerati secondari rispetto alla volontà e all’interesse personale del candidato. Lì i datori di lavoro sembrano più inclini a concedere l’improvvisazione.
E questo non è assolutamente un aspetto negativo, anzi ci permette di assimilare competenze che un giorno potrebbero tornarci utili. E se così non dovesse essere, arricchirebbe comunque la nostra storia personale con numerosi aneddoti da raccontare per dilettare amici e parenti.
Nel mio caso, ad esempio, non c’è pranzo di Pasqua o di Natale nel quale non racconti di quella volta che, durante il mio tirocinio in Romania, ho visto una gallina in tribunale.
Qualunque sia la tua aspirazione lavorativa, ritengo che svolgere uno stage all’estero sia un’esperienza perfetta per acquisire le giuste competenze. Mettendoti in gioco in un contesto estero, avrai modo di crescere sia personalmente che professionalmente. E il tuo ingresso nel mondo del lavoro sarà poi molto più semplice!