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Accadde all’improvviso, mentre camminavo tra i suoi bellissimi palazzi, tutti rinnovati e perfettamente simmetrici nello stile, ciascuno con il suo specifico colore. Circondata da tutte quelle energie positive, non riuscivo a pensare ad altro se non: “questa sarà la mia prossima meta”. Probabilmente grazie al sole tiepido di aprile (qui la primavera è incredibile), o forse per la sensazione di libertà respirata a ogni angolo… non so esattamente perché, sapevo solo che il trasferimento a Berlino sarebbe arrivato presto, visto che dopo diversi anni passati in giro per l’Europa, quella era la prima volta che mi sentivo a casa. E così ho fatto, in due settimane ho preparato i bagagli e sono partita alla volta della Germania, separandomi dalla mia famiglia, i miei amici, la mia casa, il mio tutto.
Ma cominciamo dal principio.
Quali sono le principali ragioni che ci inducono a partire? Vivere una situazione economica/lavorativa non soddisfacente, voglia di scoprire nuovi posti e nuove culture, desiderio di emancipazione, l’amore, ricerca di nuove avventure e sfide, e così via. Beh, in quel preciso istante, nel 2015, dopo una laurea magistrale e diverse esperienze lavorative, stavo vivendo tutte quelle sensazioni tutte insieme (e pure di più): insomma, era la situazione perfetta per un inizio nuovo di zecca!
In quel periodo vivevo in Sardegna con i miei genitori, non il massimo per una ragazza di 28 anni. Non riuscivo a trovare un lavoro neppure dopo centinaia di candidature inviate. Leggermente frustrante, devo ammettere, soprattutto perché nessuno ha mai risposto alle mie mail. Poteva andare peggio di così? Naturalmente. Sì perché pochi mesi prima, avevo conosciuto un ragazzo che mi faceva impazzire, e così, mi sono innamorata, come non mi capitava da secoli. Peccato un piccolo dettaglio, lui viveva a Berlino.
Decisamente, parecchi problemi. Avevo bisogno di un piano, di uno buono, che potesse aiutarmi a trasformare gli ostacoli in opportunità. È allora che ho dato libero sfogo ai miei pensieri:
- Che faccio, resto a casa? Qui non ci sono grandi possibilità di trovare un bel lavoro che mi piace e mi faccia stare bene (la Sardegna vive in una profonda crisi da tempi immemori oramai) e al contempo perderei per sempre questo amore. Inoltre, la mia famiglia è qui, così come tutta la mia vita e le mie radici; il sole splende 360 giorni all’anno e abbiamo il mare più bello del mondo. Magari basta solo un po’ di pazienza, e le cose miglioreranno piano piano. Sfortunatamente però, c’è bisogno di soldi per vivere, e questi non arrivano grazie al bel clima o ai paesaggi mozzafiato.
- Allora? Parto per Berlino? Non parlo Tedesco, non conosco i tedeschi, non so niente della burocrazia, non ho un appartamento né tantomeno un lavoro. Per il primo periodo potrei cavarmela con l’inglese, seguire un corso di tedesco, cercare uno stage o un lavoro qualsiasi e cercare di ricavare il maggior numero di informazioni possibili su Internet.
Tutto facile, a parole, ma in realtà non lo era per niente. Stavo tralasciando giusto un paio di cosette mentre consideravo l’idea di trasferirmi in Germania: tutti devono essere registrati al Comune (Bürgeramt) dopo un soggiorno di 14 giorni, ma per far ciò, bisogna avere un domicilio ufficiale (ergo: una casa), ma per trovare un appartamento, bisogna essere in possesso di una serie di documenti specifici, tra cui le ultime tre buste paga, tedesche. Facile, no?
Cosa potevo fare? Disperare? Mai e poi mai. Ho respirato profondamente, mi sono guardata dentro, e ho chiesto al mio cuore “dove vuoi andare? Basta che tu me lo dica, e farò di tutto per raggiungere l’obiettivo”.
Da una parte, tutto ciò che volevo, era semplicemente raggiungere la mia anima gemella. Ma d’altro canto, non ero sicura di fare un salto nel vuoto seguendo le aspirazioni di un’altra persona, nonostante di questa persona, fossi sinceramente innamorata. L’idea di ripartire da zero mi terrorizzava, così sono andata a Berlino per trovare le risposte che cercavo. Ho raggiunto il mio amore durante le vacanze di Pasqua, solo per una settimana, che comunque si è rivelata sufficiente per prendere la decisione finale.
Sono tornata a casa carica di speranza, seppure i problemi succitati non erano assolutamente scomparsi, anzi. Cosa era cambiato nel frattempo? Avevo trovato la valida alternativa al momento giusto, infatti, proprio in quei giorni, avevo letto l’annuncio di una famiglia tedesca che cercava una ragazza alla pari per i suoi due bambini, e mi sono candidata senza pensarci su, visto che avevo fatto la stessa esperienza l’anno prima in Irlanda del Nord. Dopo solo un colloquio Skype, sono stata assunta, non potevo crederci.
Così, ho comprato un biglietto di sola andata, ho lasciato casa mia con un po’ di tristezza ma allo stesso tempo carica di energia per la mia nuova vita. Vivo a Berlino dal 2015, e a questo punto della mia storia, posso davvero dire che venire qui (senza sapere mezza parola di tedesco), è stata la migliore pazzia che potessi fare. Una valigia, la mia curiosità, l’amore per il mio compagno, ma anche per il mio futuro, sono state motivazioni sufficienti per farmi partire.