Mentre da un lato ascoltiamo gli strenui sostenitori dell’Erasmus, che con affermazioni del tipo “Che bello, in Erasmus potrò dare tutti gli esami che non riesco a passare qua!” convincerebbero chiunque a fare le valigie, dall’altro ecco i soliti disfattisti convinti che “Bello l’Erasmus, ma che perdita di tempo! Di sicuro ti farà restare indietro con gli esami o andare fuori corso!”
Tra tutte queste convinzioni, è facile andare in confusione! Ma dove sta la verità?
Ovviamente nel mezzo, perché entrambe queste affermazioni possono risultare vere come no, tutto dipende dalla programmazione del progetto e dalla gestione del piano di studi!
Università facili vs università difficili
Sostenere gli esami all’estero è veramente più facile? Com’è ovvio immaginare, dipende moltissimo dalla qualità dell’istituto che andrete a frequentare, così come dalla difficoltà dei corsi che sceglierete e dalla vostra capacità di iniziare a studiare in inglese qualora non l’aveste mai fatto!
Se, in qualche modo, sapete che sostenere gli esami in quell’università non sarà particolarmente impegnativo, è una buona idea inserire nel vostro piano di studi quei corsi che vi risultano più difficili in Italia. Per contro, se la vostra università estera è particolarmente impegnativa, andate a studiare accuratamente la lista degli esami che propone e cercate di individuare quelli che sembrano essere più leggeri!
Il consiglio che posso darvi è di cercare questo tipo di informazioni prima della partenza: basterà una ricerca online per scoprire se la vostra università è stata frequentata da personaggi celebri, se è annoverata in classifiche famose o se invece è difficoltoso anche trovarne il sito web!
Permette di anticipare alcuni esami
A volte le università estere prevedono un numero di esami semestrale maggiore che in Italia, ciò significa che vi sarà permesso di anticipare alcuni corsi e di riuscire a sostenerne di più di quanto avreste fatto restando in patria!
Se ad esempio andrete all’estero nel primo semestre e sosterrete un esame che il vostro piano di studi inserisce nella seconda parte dell’anno, una volta tornati avrete un corso in meno da seguire e, se siete all’ultimo anno, più tempo per scrivere la tesi. Bella prospettiva eh?
Migliora il curriculum
È vero che partire per l’Erasmus può essere un’esperienza impegnativa, così come che la gestione delle procedure burocratiche richiede tanta pazienza e che a volte non si riesce a costruire un piano di studi perfetto…ma è anche vero che al giorno d’oggi un’esperienza all’estero va fatta!
Come in tanti già sanno, le aziende la usano spesso come criterio di selezione dei dipendenti ed è una delle prime domande che viene posta in un colloquio di lavoro, perché evidenzia la capacità del candidato di adattarsi a situazioni nuove ed impreviste, di uscire dalla propria routine e di possedere una certa autonomia.
D’altro canto, un periodo di scambio all’estero è valutato in maniera positiva anche dalle università italiane, che possono decidere di attribuire qualche punto in più al curriculum di un laureando proprio perché vanta questa esperienza sul cv!